Digital Innovation ed Elezioni

Andrea Zurini
12 min readSep 21, 2022

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Domenica 25 Settembre, come ben sapete, si vota. Sarà la prima votazione autunnale della storia Repubblicana, ma sarà anche una votazione che non vedrà ancora nessuna novità dal punto di vista dell’Innovazione Digitale. Allora perché una newsletter dedicata a questo aspetto? Ho deciso di scriverla per capire insieme come l’innovazione digitale possa essere un’arma potente a favore delle democrazie mondiali, a patto di avere piena consapevolezza degli strumenti e regole chiare d’ingaggio per tutti.

Digitalizzazione delle campagne elettorali

La digitalizzazione delle campagne elettorali non è certo una novità, è dai lontani tempi della prima elezione di Barack Obama che si è capito il potenziale dei social e di una buona strategia di digitalizzazione delle campagne elettorali, in Italia questo know how è stato sfruttato tardivamente soprattutto da Lega e 5 Stelle per la ricerca del consenso alle elezioni del 2018 mentre altri partiti si sono trovati più in difficoltà ad imbastire una comunicazione digitale efficace, naturalmente non sono mancate fake news e strategie per la manipolazione del consenso spesso poco oneste e trasparenti come dimostrato da questo studio del buon Matteo Flora del Novembre 2019.

Lo sbarco dei politici su TikTok e l’effetto cringe

Durante questa campagna elettorale il terreno di scontro sembra essersi spostato da Facebook a Tiktok, i nostri politici sono sbarcati sull’app più utilizzata dalla generazione Z, tuttavia lo sbarco sul Social di Tencent ha dimostrato quanta inconsapevolezza vi sia del medium di comunicazione digitale e dell’audience di riferimento (‘unica consapevolezza certa e probabilmente l’unico interesse nel breve termine è la potenziale viralità del format Reel/TikTok).

Lo sbarco di Berlusconi su Tik Tok riassume perfettamente questo tipo di approccio, e l’effetto cringe che ha generato l’arrivo dei politici sulla piattaforma.

Lo sbarco su TikTok infatti è stato vissuto dalla sua utenza abituale come una intrusione, lo stile comunicativo spesso paternalistico è stato mal digerito da molti, la mancanza di conoscenza dell’audience di riferimento al quale si è voluto ammiccare (la Gen Z) ha prodotto sicuramente pochi risultati. Paradossalmente molto più successo hanno avuto i filtri quiz per orientare il possibile utente-elettore nella scelta del partito più affine alle proprie idee.

A proposito di Social e comunicazione elettorale ho trovato in merito molto interessante il parere di Pietro Raffa di MR & Associati Comunicazione in una intervista rilasciata a Adnkronos nella quale afferma che “Prima di tutto c’è da fare una premessa: i social vanno utilizzati all’interno di una strategia complessiva, altrimenti rischiano di essere controproducenti. Ma hanno un impatto sul voto. Lo si comprende se li si conosce a fondo, e individuandone quelle peculiarità che troppo poco spesso vengono sottolineate”. Sicuramente i nostri politici non hanno piena conoscenza dei mezzi ma molta voglia di sfruttarli sino in fondo in una campagna elettorale già di per se molto veloce.

La Digital Innovation nei programmi elettorali

Per capire le proposte riguardanti l’innovazione digitale nei programmi elettorali italiani ci è molto utile uno studio realizzato da Privacy Network, un’organizzazione no-profit italiana, che ha vagliato a fondo i programmi elettorali in modo laico e apolitico al fine di scoprire quanto e in che modo i vari partiti diano risalto al tema della Digital Innovation.

Sono stati esaminati i programmi punto per punto, valutando quanto scritto, parola per parola. Poi è stato usato come indicatore oggettivo il numero di volte in cui parole come privacy, cybersecurity, intelligenza artificiale, blockchain e altre vengono citate. Infine, si è cercato di capire in modo neutrale l’intento di ogni partito e coalizione in questi ambiti.

QUI puoi scaricare il report completo

Riassumendo il report e come sottolinea un comunicato di Privacy Network, gli spiragli di apertura ci sono, ma sono poco illuminanti. Ogni programma vede solo una parte del quadro, e nessuno sembra avere un piano complessivo e approfondito che ne tocca tutti gli aspetti.

Nella maggior parte dei casi si citano i temi importanti, senza però specificare come si affronteranno. Privacy Network poi lamenta scarsa attenzione al tema della privacy. Come al solito tocca sperare nel Parlamento Europeo per vedere l’adozione di strumenti legislativi adatti e idonei all’ondata di innovazione digitale.

Innovazioni rivoluzionarie come quelle legate al web3 necessitano sempre di più di un inquadramento legislativo, ad esempio ho scritto un articolo interessante per 333.Builders sullo stato dei framework legali per le DAO, in cui si pongono alcune mancanze normative per sfruttare appieno questo strumento organizzativo d’innovazione, lo trovi qui (è un Writing NFT volendo puoi acquistare l’articolo contribuendo al progetto di 333.builders)!

Innovare le votazioni con la blockchain

La blockchain potrebbe garantire trasparenza, segretezza e sicurezza allo stesso tempo per le votazioni tuttavia si discute ancora sulla sua possibile adozione, vediamo perché.

Qui un esempio del funzionamento del sistema di voto Polys con blockchain realizzato da Kaspersky Innovation Hub.

Le potenzialità della blockchain in uno Studio commissionato dal Parlamento Europeo nel 2017 e l’esempio del libro mastro

Nel 2017 il Parlamento Europeo ha commissionato a Philip Boucher del Servizio Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS) uno studio per cercare di rendere comprensibile ai più il concetto di blockchain, nel report Boucher utilizza l’ottimo esempio del libro mastro.

Le banche, da sempre, utilizzano i libri mastri per annotare le transazioni contabili, e ogni modifica alla registrazione delle transazioni viene gestita direttamente dalla banca stessa, che funge da autorità centrale.

Tramite le annotazioni nel libro mastro è possibile, in qualunque momento, verificare la legittimità di un movimento di danaro oppure controllare che la stessa somma non venga spesa due volte.

L’utente ha fiducia nella banca, e confida nel fatto che essa, gestendo il libro mastro, effettui un adeguato e rigido controllo delle transazioni.

I libri mastri, secondo l’analisi di Philip Boucher sono:

  • centralizzati, poiché esiste un intermediario (la banca), di cui gli utenti si fidano e che ha il pieno controllo sul sistema, e funge da mediatore in ogni transazione;
  • a scatola chiusa, poiché il funzionamento del libro mastro ed i dati in esso contenuti non sono pienamente visibili ai suoi utenti.

La blockchain, in sostanza, offre le stesse funzionalità di un libro mastro, ma non ha un intermediario centrale che effettui i controlli, in quanto il “libro mastro” viene, sostanzialmente, decentralizzato: sono gli utenti stessi della blockchain ad autocontrollare il libro mastro, poiché senza il loro consenso nessun blocco può essere modificato.

I dati registrati sulla blockchain, infatti, vengono aggregati in blocchi, e ognuno di essi viene unito a quello che lo precede con una specie di “catena” che consente di aggiungerne di successivi, con nuovi dati rispetto a quelli cronologicamente precedenti.

I dati contenuti nei blocchi sono immodificabili: per poterli cambiare, infatti, bisognerebbe andare a ritroso e avere il consenso dei creatori dei precedenti nodi.

In parole povere, si tratta di un registro trasparente, immutabile, immodificabile, dove vengono annotati degli elenchi di transazioni; non a caso, la blockchain è utilizzata nel campo delle valute digitali (es. Bitcoin) per annotare le transazioni.

I punti deboli delle votazioni elettorali tradizionali

Le elezioni negli Stati, di norma, si svolgono con modalità cartacee, sia a livello amministrativo che regionale o locale, salvo rare eccezioni di voto elettronico.

In Italia il procedimento elettorale è particolarmente rigido e farraginoso: le schede devono avere requisiti particolari, la loro autenticazione e validazione avviene secondo il doppio sistema dell’apposizione della firma dello scrutatore e del timbro della sezione elettorale, lo scrutinio delle schede avviene a mano, così come l’annotazione dei voti validi e delle schede bianche e nulle, con il rischio di brogli sempre dietro l’angolo.

Inoltre bisogna tenere conto del fenomeno della privazione del voto ai fuori sede, ormai sempre di più per motivi lavorativi, che si vedono costretti a lunghi viaggi appositamente per esprimere la propria preferenza elettorale.

Infine l’attuale sistema delle elezioni è stato oggetto negli ultimi anni di attacchi da parte di stati stranieri come la Russia in tutto l’occidente, a partire dalla vicina Ucraina.

Una ricerca pubblicata il 15 maggio 2019 sull’Australian Strategic Policy Institute (ASPI), ad esempio, nell’analizzare i risultati di 97 elezioni nazionali in altrettanti paesi, svoltesi tra il 8 novembre 2016 e il 30 aprile 2019, ha dimostrato che in almeno 20 paesi vi sono stati segni di interferenza straniera durante il voto.

Le elezioni presidenziali americane del 2020, con Donald Trump che ha più volte gridato ai brogli elettorali, hanno acceso in molti la voglia di voto elettronico su blockchain, tanto che il CEO di Binance CZ Zhao ha suggerito in un tweet di utilizzare un’app per votare basata su blockchain che possa proteggere la privacy utilizzando la crittografia.

Votare con la blockchain

Introducendo il voto su blockchain, si corre il rischio di spostare la fiducia dell’elettorato dalle autorità centrali (lo stato, i partiti, le istituzioni) verso la tecnologia: attualmente, infatti, le elezioni sono gestite dall’autorità centrale, ma se decidessimo di spostarle su blockchain, dove sarebbero gli elettori stessi ad avere copia immutabile del loro voto e a controllare l’inalterabilità del voto altrui nella concatenazione immodificabile dei blocchi, la fiducia che i cittadini nutrono sulla genuinità del risultato elettorale si sposterebbe dallo Stato alla blockchain, o meglio allo sviluppatore di quella tecnologia.

Le caratteristiche che dovrebbe avere il voto tramite blockchain:

  1. segretezza delle votazioni per la prevenzione di intimidazioni o acquisto di voti;
  2. indipendenza del software per la verificabilità del risultato;
  3. verificabilità dagli elettori che possano avere conferma che il loro voto è stato registrato correttamente;
  4. contestabilità per dimostrare un errore, qualora venga rilevato;
  5. auditing che permetta di verificare la tenuta di tutto li processo elettorale.

Bisogna inoltre tenere conto che per le elezioni politiche e amministrative italiane ai sensi dell’art. 48 della Costituzione il voto è personale, eguale, libero e segreto, e il suo esercizio è un dovere civico (questi sono alcuni dei motivi per i quali in Italia non è possibile votare via posta o per delega come accade in altri paesi).

L’indipendenza del software sarebbe poi uno dei problemi maggiori poiché la fiducia del cittadino passerebbe dalla scheda elettorale di carta gestita da uno Stato quindi bisognerebbe capire chi controlla ed ha accesso alla piattaforma, e chi soprattutto potrebbe minacciarla con attacchi informatici mirati, non ultimi i paesi esteri (in questo periodo Russia in testa).

Allo stato dell’arte, in assenza di soluzioni solide un sistema ancora acerbo rappresenterebbe sicuramente un rischio per la democrazia, in assenza di adeguati sistemi di cybersecurity, gruppi di malintenzionati e hacker potrebbero controllare con più facilità chi vota.

Il sistema di blockchain dovrebbe essere circondato dalle massime cautele informatiche esistenti, sino all’esasperazione, e paesi come l’Italia non sono propriamente all’avanguardia sotto questo profilo: basti pensare che l’Agenzia nazionale per la cybersecurity ha visto la luce solo durante l’estate del 2021, e vicende di attacchi informatici come quello recente alla Regione Lazio ci insegnano che ancora la strada è molto lunga.

Innovazione Digitale ed Elezioni all’estero:

Tuttavia nel mondo le legittime preoccupazioni non hanno sin ora fermato la sperimentazione di nuovi sistemi. Vediamo una panoramica!

Sierra Leone

La Sierra Leone è il primo Paese ad aver registrato parte delle votazioni elettorali su una piattaforma che utilizza il sistema blockchain: è accaduto in occasione delle elezioni del 7 marzo 2017.

Il sistema è stato elaborato da Leonardo Gammar della società svizzera Agora: “Siamo l’unica azienda al mondo che ha costruito una piattaforma di voto blockchain completamente funzionale”, ha spiegato a Tech Crunch il creatore del registro, “altre macchine per il voto elettronico sono ‘block boxes’ che si sono sempre più rivelate vulnerabili agli attacchi di sicurezza. Per questo motivo, molti stati americani e nazioni straniere sono tornati alla carta”. Gammar ha anche azzardato una previsione: “se si crede che la maggior parte dei paesi utilizzerà una qualche forma di voto digitale tra 50 anni, la blockchain è l’unica tecnologia che può fornire una soluzione di voto end-to-end verificabile e completamente trasparente per questo futuro”.

Il caso del Partito democratico thailandese

Il Partito democratico thailandese è diventato il primo partito politico al mondo ad utilizzare la tecnologia blockchain per eleggere i suoi leader alle elezioni primarie, che si sono tenute dall’1 al 9 novembre 2018, con oltre 120.000 votanti. I membri del partito hanno potuto votare usando due metodi. Il primo metodo era attraverso le postazioni di voto che utilizzavano un sistema basato su Raspberry Pi. Gli elettori sono stati anche in grado di votare tramite un’app mobile basata su blockchain che gli chiedeva di inviare il loro documento di identità.

I documenti di identificazione utilizzati per verificare i membri del partito e le schede elettorali sono stati crittografati e archiviati su InterPlanetary File System (IPFS), i dati sono stati archiviati sulla blockchain di Zcoin, che ha agito come un database immutabile e ha consentito la possibilità di una verifica alla Commissione elettorale thailandese e ai candidati del Partito democratico.

Per mantenere sicuri i dati di voto e i documenti, le chiavi di crittografia sono state divise tra più custodi per decrittare i dati di voto. Alle conclusione delle primarie sono stati necessari più individui per decifrare i dati di voto; i rappresentanti di ciascun candidato, un funzionario della Commissione elettorale thailandese e un rappresentante del Partito.

West Virginia

Nel Novembre 2018, in West Virginia è stata utilizzata la tecnologia blockchain per gestire le elezioni generali federali per militari e per altri cittadini americani che vivono all’estero. Lo stato ha utilizzato l’app mobile sviluppata dalla startup blockchain Voatz per verificare le identità degli elettori utilizzando la tecnologia di riconoscimento facciale confrontandola con ID e fotografie che possono essere caricate durante il processo di registrazione dell’elettore.

Svizzera

A Zug (Svizzera) è stato sperimentato un processo di voto utilizzando una applicazione di uPort, con verifica delle identità. La ricca cittadina della Svizzera centrale — sede di un “ecosistema per le blockchain e la tecnologia crittografica” creato con il marchio “Crypto Valley” — ha dato il via nel 2017 a questo nuovo tipo di sperimentazione proponendo ai suoi cittadini la possibilità di ottenere una “identità digitale”. Da allora però non si è mosso nulla.

Conclusione

Per concludere si potrebbe dire che le possibilità che offre la tecnologia esistente sono sicuramente ad alto potenziale ma necessitano di un investimento a lungo termine e fiducia da parte delle classi politiche e sociali.

In Italia siamo indietro su molti fronti probabilmente ci vorrà almeno una decade per arrivare ad una iniziale digitalizzazione del sistema di voto, apripista in questo si sta rivelando l’uso della raccolta firme a mezzo SPID usata da Marco Cappato per i Referendum su Cannabis ed Eutanasia e per la Raccolta Firme necessarie alla presentazione delle candidature dei Partiti, ricordiamo che quest’ultima cosa è una barriera all’ingresso notevole per nuove forze politiche e spesso fonte di raccolte firme poco chiare come dimostrato dal recente scandalo di Italexit, dove sono state raccolte addirittura le firme di persone decedute da anni. Il Movimento 5 Stelle con Rousseau aveva lanciato una iniziativa che poteva essere innovativa ma la poca trasparenza interna e l’ingerenza della Casaleggio Associati nelle meccaniche interne non ha permesso una evoluzione positiva.

Per quanto riguarda l’utilizzo della blockchain può essere sicuramente un fattore di cambiamento, un suo utilizzo potrebbe iniziare ad essere testato a livello comunale o regionale, lo SPID in questo può essere d’aiuto. Un altro utilizzo che potrebbe migliorare la percezione e la qualità dei partiti politici italiani è usare uno strumento garantito e sicuro con la blockchain per rendere trasparenti i processi decisionali interni dei partiti politici e garantirne l’onestà e la democrazia interna, l’area più pronta per un passo del genere probabilmente è la sinistra che con M5S e PD utilizza già strumenti come le primarie interne che necessitano però di migliorie.

Un consiglio per il voto

Infine un consiglio per il voto: vi invito più che pensare alla lista o al partito a votare prima di tutto le persone, perché è la loro qualità umana ad essere alla base di qualsiasi altra cosa, idee comprese, votate quindi esprimendo dove possibile una preferenza.

Per capire chi sono i candidati nei vostri collegi elettorali il ministero dell’Interno mette a disposizione ELIGENDO un Database completo completo dei candidati dove poter vedere il tutto diviso per:

  • Circoscrizione
  • Collegio plurinominale
  • Lista
  • Candidato
  • Curriculum vitae
  • Casellario giudiziale

Questo permette a tutti i cittadini di poter esprimere un voto consapevole, un prerequisito importante per onorare un diritto per il quale molti hanno dato la vita, un diritto da continuare a difendere, visto che nel mondo non è affatto scontato.

Al prossimo numero, nel frattempo scopri cosa puoi fare:

Ci sentiamo presto la newsletter riprenderà da settembre e avrà cadenza bisettimanale, nel frattempo puoi:

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Andrea Zurini

💡👨‍💻 Digital Innovation Specialist |🚀Startup Mentor | ✍️ Digital Creator | 🇮🇹 My newsletter is in italian on Substack andreazurini.substack.com